domenica 26 agosto 2012

Salvataggio ILVA occasione per un vero "stato federale"

Da Avvenire delo 28/08/2012

In questi giorni di vacanza dal lavoro ma non dalla vita, sto seguendo come moti di noi la vicenda della ILVA e sono molto dibattuto in un giudizio contrastante rispetto a ciò che sta avvenendo. Stiamo assistendo a due grandi drammi di un intero di un intero popolo. Anche se i media spesso fanno apparire il dramma dei lavoratori, che vedono a rischio il proprio posto di lavoro e il crollo della unica possibilità di sostentamento della propria famiglia, in opposizione al dramma di famiglie che vedono a rischio la propria salute. Quasi a dimenticare che non vi è un popolo solo con due drammi. Non mi soffermo sulle ragioni storiche che hanno portato fino a questo punto, che partono dalla cessione della siderurgia italiana dalla Italsider alla ILVA e di quali vicende e dinamiche hanno determinato questo decorso della vicenda negli ultimi 30 anni, vorrei però auspicarmi che questa sia veramente un’occasione per affrontare questa vicenda industriale come la vicenda industriale italiana. Ciò che sta accadendo mette a luce le deviazioni di un approccio ideologico della nostra politica industriale nell’affrontare la questione delle privatizzazioni. Le opzioni sono sempre state due statale o privato senza valutare il contesto storico e sociale nel quale ci si trovava a d agire se non legato alla benevolenza della “cultura dominante del momento”. Da lombardo federalista credo che ora sia giunto il momento di dimostrare che questo è veramente un unico paese ed è possibile uno stato federale solidale. Come? Sarà certamente inevitabile un pesante intervento pubblico per far fronte ai drammi di Taranto e della Puglia. Inevitabile e giusto ma, paradossalmente questo governo tecnico rischia di fare un errore uguale e superiore di quelli del passato, approcciando la vicenda in modo ideologico e quindi assistenzialista, spostando i costi sulla spesa pubblica e rimandando il problema di qualche anno o forse meno. Allora occorre una svolta storica, che parta da un presupposto di politica industriale con una forte valenza sociale ma soprattutto sussidiaria. Lo stato faccia la sua parte finanziando ( e partecipando) ad un piano industriale che abbia come obbiettivo si la bonifica del territorio e degli impianti ma anche il lavoro e i governatori delle cosi dette regioni “virtuose” , Fromigoni (Lombardia), Cota (Piamonte), Zaia (Veneto), Errani (Emilia Romagna), Rossi (Toscana), Burlando (Liguaria), diventino azionisti di questa operazione, magari con qualche interessante imprenditore del nord. Partecipando così ad una operazione di respiro veramente più grande e dimostrando che il federalismo è di per se virtuoso se anch’esso non è solo una posizione ideologica. Non posso che concludere con le concrete parole del Santo Padre “esorto tutti al senso di responsabilità, incoraggio le istituzioni nazionali e locali a compiere ogni sforzo per giungere ad un’equa soluzione della questione che tuteli sia il diritto alla salute che il diritto al lavoro, soprattutto in questi tempi di crisi economica”.
Gaetano Rossi